Ossigeno difende Vanessa Valvo querelata a Biella per 2 articoli su Mafia Capitale
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E’ stata denunciata nel 2015 da un sacerdote, rappresentante legale di una cooperativa di Novara perquisita per presunti legami di uno dei suoi fondatori con il grande scandalo di Roma
OSSIGENO 13 GIUGNO 2021 – L’Ufficio di Assistenza Legale Gratuita di Ossigeno (vedi) in collaborazione con Media Defence ha assunto la difesa in giudizio della giornalista freelance Vanessa Valvo che nel 2015 è stata querelata per diffamazione a mezzo stampa da un religioso per due articoli pubblicati dal settimanale “L’Altomilanese”. Vanessa Valvo dovrà comparire innanzi al giudice del Tribunale Penale di Biella il 12 ottobre 2021. Sarà assistita dall’avv. Andrea Di Pietro, coadiuvato dalla collega Silvia Gelpi. Insieme a Vanessa Valvo è stato querelato, e comparirà in giudizio, il direttore del giornale, Ersilio Mattioni.
Esaminate le carte processuali insieme al team legale, Ossigeno ritiene che Vanessa Valvo abbia agito correttamente, scrivendo il vero su una notizia di interesse pubblico. La sua situazione merita la più ampia solidarietà, attenzione e assistenza, a fronte della mancata manleva da parte dell’editore delle spese legali necessarie per difendersi in giudizio.
L’EDITORE PUBBLICA MA NON ASSISTE – La vicenda è interessante anche sotto questo aspetto. Ripropone infatti il problema generale di regolare sul piano contrattuale e civilistico i doveri degli editori nei confronti degli autori degli articoli pubblicati. Anche a causa della crisi economica che sta attraversando l’editoria, sono pochi ormai in Italia quelli che si fanno carico delle spese legali e degli eventuali risarcimenti dovuti dall’autore di un articolo, fatta salva la sua facoltà di rivalersi nei suoi confronti se ritiene che abbia agito con dolo o malafede. Attualmente questa responsabilità non è prevista dalla legge né dai contratti di lavoro. La conseguenza è che molti giornalisti (soprattutto i freelance e i cronisti a basso reddito, come è accaduto a Vanessa Valvo, quando sono accusati di diffamazione per ciò che hanno pubblicato, devono sostenere spese considerevoli. Anche se sono accusati ingiustamente e pretestuosamente, in molti casi alla fine del processo queste spese rimarranno a loro carico anche in caso di assoluzione.
L’ANTEFATTO – Il 16 e il 30 gennaio 2015 il settimanale L’Altomilanese ha pubblicato due articoli firmati da Vanessa Valvo sulle indagini giudiziarie su una Cooperativa Sociale di Novara, per presunti collegamenti di uno dei suoi fondatori con le imprese coinvolte nell’inchiesta denominata “Mafia Capitale” e sull’atteggiamento passivo del Comune di Turbigo (Milano) verso la cooperativa dopo l’allarme destato dalla perquisizione. Quattro mesi dopo, il 4 aprile 2015, il sacerdote, all’epoca dei fatti rappresentante legale della cooperativa, ha querelato la giornalista e il direttore responsabile del settimanale L’Alto Milanese, ritenendo quegli articoli offensivi per la Cooperativa.
GLI ARTICOLI – La giornalista ha scritto che non vi era stato alcun ripensamento del Comune di Turbigo, criticandolo per aver rinnovato la fiducia alla Cooperativa nonostante la perquisizione disposta nell’ambito dell’inchiesta romana (Mafia Capitale) e affidandole anche per il 2015 l’appalto per la manutenzione del verde pubblico. Lo spoglio delle buste di offerta dei partecipanti alla gara c’era stato un giorno prima che i Reparti Operativi Speciali dei Carabinieri perquisissero la sede legale di Novara.
LA NOSTRA VALUTAZIONE – Secondo Ossigeno, nulla può essere rimproverato alla giornalista Vanessa Valvo, in quanto il semplice richiamo formale all’inchiesta “Mafia Capitale” in quel momento era a un fatto certamente vero e doverosamente pubblicabile, secondo il corretto esercizio del diritto di cronaca, considerato l’eco che in una piccola comunità aveva avuto l’inchiesta romana e il fatto che essa vedeva coinvolta la sede di una nota Cooperativa locale, vincitrice di appalti pubblici e operante sul territorio su incarico dell’amministrazione comunale.
LA GIORNALISTA – Vanessa Valvo ha rilasciato la seguente dichiarazione: Ringrazio molto Ossigeno per l’Informazione e l’avvocato Andrea Di Pietro che, fin dai primi contatti, sono stati sempre disponibili ad ascoltarmi e hanno subito compreso le complesse dinamiche giudiziarie che si sono intrecciate al mio lavoro. Avere accanto un professionista specializzato nel diritto dell’Informazione è una fortuna per i giornalisti che, oggigiorno, si ritrovano sempre più spesso inquisiti, anche solo per aver cercato di delineare i fatti alla luce della verità.
Ossigeno per l’Informazione, di fatto, è l’unico organismo in Italia pronto a schierarsi concretamente dalla parte della libertà di stampa e a farlo dando un supporto effettivo ai giornalisti che lavorano in prima linea e affinché l’opinione pubblica venga informata. Il nostro ruolo di informatori dell’oponione pubblica è spesso ingrato. Grazie a Ossigeno in qualche modo viene riabilitato, non solo in forma istituzionale, ma morale, soprattutto. Grazie!
IL PROCESSO penale per diffamazione contro Vanessa Valvo e il direttore responsabile è in fase dibattimentale innanzi al Giudice del Tribunale Penale di Biella. La prossima udienza è fissata per il 12 ottobre 2021. ASP
(ha collaborato Oreste Vighi)
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