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Nel 2020 il virus non ha ridotto le minacce ai giornalisti, anzi

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Il secondo Rapporto trimestrale 2020 documenta 127 episodi con nomi e cognomi e ripropone l’allarme lanciato dal Viminale sul trend degli ultimi sei mesi e finora caduto nel vuoto

L’emergenza sanitaria ha rallentato in Italia moltissime attività, ma non ha ridotto le intimidazioni e le minacce rivolte ai giornalisti che pubblicano notizie sgradite, fa notare il secondo Rapporto Trimestrale 2020 di Ossigeno per l’Informazione pubblicato oggi, basato sulle osservazioni dirette fatte fra aprile e giugno. (Leggi il Rapporto)

In questi tre mesi l’Osservatorio Ossigeno ha rilevato e documentato con nomi e cognomi 127 intimidazioni e minacce. Il numero è sostanzialmente lo stesso del primo trimestre (123) perché questo è il numero massimo di episodi che l’attuale numero di ossevatori di Ossigeno è in grado di studiare, verificare e documentare in un trimestre. Le intimidazioni in realtà sono molte di più, fa osservare il Rapporto, sottolineando i dati del Ministero dell’Interno, che ha registrato nei primi sei mesi del 2020 più minacce a giornalisti dei 12 mesi precedenti (più 100% su base mensile) e rilanciando l’allarme lanciato, il 25 giugno 2020, dal Ministro Luciana Lamorgese, sulla base di questi dati.

Il secondo Rapporto trimestrale 2020 di Ossigeno giudica questo trend allarmante e spiega perché non deve essere sottovalutato come è avvenuto finora. Il raddoppio delle intimidazione ai giornalisti merita la massima attenzione politica e mediatica e richiese anche misure immediate. Secondo l’analisi di Ossigeno, in questi ultimi tre mesi il Governo e il Parlamento hanno dato segnali preoccupanti di disattenzione e di incoerenza, sia davanti alla Corte Costituzionale difendendo il carcere per i giornalisti, sia in Senato, dove la proposta di legge per l’abolizione del carcere prevede l’aumento delle multe da 20 a 40 volte). Fra le intimidazioni più ricorrenti, fronteggiate anche dall’Ufficio di Assistenza Legale Gratuita di Ossigeno, il Rapporto segnala le querele per diffamazione dei magistrati e dei politici che non tollerano critiche al loro operato. Dà inoltre conto del numero di minacce ai giornalisti italiani segnalati nello stesso periodo dal Viminale (3 volte meno), dall’osservatorio finanziato dalla Commissione europea (11 volte meno), dalla Piattaforma del Consiglio d’Europa (40 volte meno).

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