Aprile-giugno 2020 – Panoramica. Che cosa dicono i casi rilevati da Ossigeno

Il bersaglio principale è il giornalismo investigativo – Le cause intentate da magistrati – Le querele dei pubblici amministratori – Il primo tempo della partita sul carcere giocata fra Parlamento, Governo e Corte costituzionale

Una panoramica degli episodi che l’osservatorio Ossigeno per l’Informazione ha documentato nel secondo trimestre del 2020 (leggi qui) evidenzia i seguenti temi, ricorrenti e di particolare rilievo:

  1. molte aggressione al cosiddetto giornalismo investigativo
  2. una resistenza politica ad abolire il carcere per diffamazione
  3. l’allarme del Ministero dell’Interno sull’aumento della minacce
  4. l’alto numero di cronisti aggrediti durante l’emergenza Covid
  5. il proliferare di querele di magistrati contro giornalisti
  6. i dubbi sulla policy di Facebook per l’oscuramento dei profili utente
  7. il rischio falsi minacciati riproposto dal caso di Mario De MIchele.

GIORNALISMO INVESTIGATIVO – Molti dei minacciati risultano impegnati, come si può vedere leggendo i dettagli forniti a parte, nel cosiddetto “giornalismo investigativo” che è una forma di informazione professionale particolarmente impegnativa e comporta vari rischi. Poiché questo genere giornalistico è utile alla società, chi lo pratica deve essere tutelato e protetto da attacchi strumentali, almeno da quelli più prevedibili. In Italia non è sufficientemente tutelato, non è protetto abbastanza bene né abbastanza ampiamente, come mostra anche il 2° Rapporto Trimestrale 2020 di Ossigeno, e come dicono le cronache recenti. Come spiegheremo meglio tornando su questo argomento.

LA PARTITA DEL CARCERE PER DIFFAMAZIONE – Il 9 giugno 2020 la Corte Costituzionale ha offerto la più autorevole riprova della grave inadeguatezza del quadro giuridico e legislativo italiano in materia di libertà di stampa. Con un’ordinanza, la Consulta ha impartito a tutti una dotta lezione di diritto sulla indifferibile necessità di applicare pienamente in Italia la giurisprudenza della Corte europea dei Diritti dell’Uomo, abrogando la pena del carcere per i colpevoli di diffamazione a mezzo stampa. Una lezione impartita, con eleganza e in linguaggio giuridico, innanzitutto al nostro Parlamento che ha molti meriti, ma da venti anni fa melina, esita a fare questo passo richiesto da leggi e trattati. Una lezione impartita ancor più esplicitamente al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che in due memorie presentate dall’Avvocatura dello Stato alla Corte, a suo nome, ha sostenuto che in alcuni casi punire con il carcere i colpevoli di diffamazione a mezzo stampa (in gran parte giornalisti) non avrebbe un effetto intimidatorio generale (chilling effect) sulla categoria dei giornalisti. Questa partita giocata fra la politica e la Corte costituzionale è molto istruttiva ed è un vero peccato che abbia pochissimo spazio sui giornali e in tv, sui media che si vantano di diffondere opinioni e idee di valore civile.

QUANTE INTIMIDAZIONI IN 3 MESI – Secondo il Viminale, come riferiamo a parte, le minacce ai giornalisti in questi ultimi mesi sono raddoppiate. Anche secondo Ossigeno le intimidazioni e le minacce ai giornalisti sono moltissime e non si riesce a conoscerle tutte.  In questo secondo trimestre 2020 il nostro Osservatorio ne ha documentato 127:  mostrano soltanto la punta dell’iceberg ma descrivono pienamente ciò che accade. Comprendono aggressioni fisiche e verbali, gravi offese (numerose provengono da amministratori pubblici) nei confronti dei giornalisti, tre processi per diffamazione a mezzo stampa nei quali nei primi gradi di giudizio i giornalisti hanno riportato condanne ma molti anni dopo (addirittura 17  per un processo iniziato a Palermo) sono stati assolti dalla Cassazione. Cosa altro si dovrebbe dire per convincere il Parlamento a cambiare finalmente quella legge sulla stampa del 1948 invece di limitarsi a discuterne e a sognare di peggiorarla?

AGGRESSIONI E COVID – Fra gli episodi del secondo trimestre 2020 ci sono aggressioni a cronisti sportivi, minacce ai redattori della testata regionale Rai della Calabria, insulti a un giornalista per i quali una parlamentare in carica è stata rinviata a giudizio, decine di cronisti presi di mira mentre documentavano le probabili violazioni dell’isolamento sociale decretato dal governo a causa dell’emergenza sanitaria. E c’è il quadro di quanto (poco) di tutto ciò vedono altri centri di osservazione nazionali e internazionali.

LE QUERELE DEI MAGISTRATI – In questo secondo trimestre del 2020, Ossigeno ha documentato con esempi concreti anche un altro preoccupante fenomeno: quello dei magistrati che reagiscono con le querele contro giornalisti che osano criticare il loro operato. Per due episodi di questo genere, uno a Napoli e un altro a Palermo, l’Ufficio Assistenza Legale Gratuita di Ossigeno ha deciso di difendere in giudizio i giornalisti denunciati: lo statunitense Kelly Duda (vicenda del sangue infetto) e Lorenzo Tondo (il corrispondente del Guardian che ha svelato per primo un clamoroso errore di persona degli inquirenti e della pubblica accusa nel processo a un trafficante di esseri umani). L’Ufficio di Assistenza Legale di Ossigeno ha fra l’altro curato la difesa del giornalista e del fotografo dell’Espresso aggrediti nel 2019 al cimitero del Verano nel processo che si è concluso con la condanna a cinque anni e sei mesi di reclusione inflitti a due leader di estrema destra.

UNA CAUSA A FACEBOOK – L’Ufficio Legale ha inoltre preso in carico il corrispondente di Radio Radicale da Istanbul, Mariano Giustino, che ha fatto causa a Facebook per aver chiuso il suo account per oltre un mese senza fornirgli alcuna spiegazione.

I FALSI MINACCIATI – Il secondo Rapporto Trimestrale di Ossigeno espone anche altri episodi interessanti e, giocoforza, dedica una riflessione critica al cosiddetto caso di Mario De Michele, il giornalista che ha ingannato tutti (polizia carabinieri, magistrati, FNSI e anche Ossigeno) facendo credere di essere stato vittima di gravi attentati che invece ha simulato egli stesso, come si è appreso dopo oltre un anno in seguito ad approfonditi accertamenti giudiziari. Ossigeno spiega come si regola in questi casi e tutto ciò che fa per non cadere in errore.

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