Bonus spese legali a Lilli Mandara che deve pagare 100 mila € per danni “in re ipsa”
L’Ufficio Assistenza Legale Gratuita di Ossigeno, che opera in collaborazione con MLDI, ha concesso alla giornalista un contributo in denaro a parziale copertura delle spese sostenute. Lei ha rilasciato la seguente dichiarazione
Forse sì, forse stavolta ci sono riusciti a farmi smettere di scrivere. Ho ricevuto due condanne pesanti in sede civile, entrambe firmate dallo stesso giudice. Nel 2015 erano arrivate le citazioni, una da parte del presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso (Pd), l’altra dalla moglie del suo braccio destro, Camillo D’Alessandro. E anche tante altre, firmate da collaboratori, segretari e dirigenti dello stesso “governatore”, che per fortuna non sono andate avanti. Una vera e propria intimidazione, il tentativo di farmi smettere, di indurmi a chiudere il mio blog Maperò, che ho aperto nel 2015, dopo trenta anni di lavoro al quotidiano Il Messaggero.
Le due cause che sono rimaste in piedi sono arrivate a conclusione due mesi fa: sono stata condannata in sede civile a pagare all’ex presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, 62 mila euro più le spese legali e alla moglie del suo braccio destro, Camillo D’Alessandro, 25 mila euro più le spese legali. In tutto più di 100 mila euro. Entrambe le sentenze sono firmate dallo stesso giudice, il quale ha stabilito, in tutti e due i casi, che il danno vada considerato “in re ipsa”, e cioè che non debba essere provato dalla parte attrice e che non debba altresì essere provato il nesso con gli articoli.
Sentenze che secondo il mio punto di vista mettono profondamente in discussione la libertà di stampa di tutti. Stabilire che il danno sia “in re ipsa” e che non debba essere provato il nesso con gli articoli, rappresenta un pericolo reale per la libertà di informazione. E’ per questo che sto pensando di smettere: continuare a scrivere è pericoloso.
Voglio ringraziare Ossigeno e il suo presidente Alberto Spampinato che hanno deciso di concedermi un bonus a parziale copertura delle spese legali per la causa civile che mi ha intentato D’Alfonso. Questo contributo mi aiuta a far fronte alle difficoltà finanziarie che mi si sono palesate a causa delle due sentenze, ma è anche di grande conforto morale in un difficilissimo momento professionale.
Ossigeno è sempre stata al mio fianco anche in passato, nei momenti in cui la mia attività è stata oggetto di intimidazioni giudiziarie, e per questo sono stata inserita nell’elenco dei giornalisti minacciati. Ormai le citazioni civili sono diventate lo strumento più usato dai politici per mettere il bavaglio alla libera informazione. Mi auguro che la famosa legge contro le querele temerarie vada finalmente in porto: non solo per me ma soprattutto per le giovani generazioni.
Lilli Mandara
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