10 maggio. Mazzola (Rai): Oggi la sfida è sul piano europeo
La giornalista ha raccontato la sua aggressione: “Ho pagato un prezzo per le inchieste di mafia, anche con la dequalificazione”. L’ “aggravante” di essere donna
Il mio pensiero va ai colleghi assassinati e a quelli tutt’oggi minacciati, da Malta alla Slovacchia.
Lo ha detto al convegno “Molta mafia, poche notizie”, aprendo il suo intervento, l’inviata speciale della Rai, Maria Grazia Mazzola.
Siamo in guerra contro le mafie – ha poi specificato -. Lo Stato liberi i territori dalle mafie, disarmi i mafiosi, perquisisca a tappeto città come Napoli e Bari. É impensabile che giornalisti italiani finiscano sotto scorta perché fanno inchieste sulla mafia. L’intimidazione ai giornalisti sta condizionando l’informazione. Non è vero che i cittadini non sono interessati alle notizie sulle mafie, al contrario c’è richiesta di andare oltre ciò che appare. Ma dietro le linee editoriali ci sono direttori che, a loro volta, hanno alle spalle la politica.
Dove è l’informazione libera? La mafiosa che mi ha aggredito a Bari, ancora oggi sui giornali pugliesi non viene descritta come una condannata per mafia. Ci sono complicità di ogni tipo. Ho pagato un prezzo per le inchieste sulla mafia anche con la dequalificazione.
Quando, poi, a essere minacciata è una giornalista, le intimidazioni si sottovalutano ancor di più. C’è tutt’oggi una forma di discriminazione e, a volte, le giornaliste non vengono credute proprio perché donne.
Oggi la sfida è sul piano europeo, dove le mafie fanno affari nel silenzio generale. Abbiamo il dovere di indagare per scoprire tutti i mandanti degli omicidi dei colleghi Daphne Caruana Galizia e Jan Kuciak con Martina Kusnirova, martiri della ricerca della verità. Sulla morte di Daphne il governo maltese si oppone a un’inchiesta pubblica. Ma troveremo la verità, a ogni costo. Sono stata minacciata di morte via fb in questi giorni per avere svelato retroscena dell’omicidio Kuciak in Slovacchia. Ma non mi fermerò.
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