Giornaliste minacciate: su 1706 attacchi, il 21% è donna
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I dati sono calcolati sul totale delle intimidazioni accertate da Ossigeno tra il 2015 e il 2019 in Italia. Nei primi 3 mesi di quest’anno la percentuale è pari a 24
Le giornaliste minacciate in Italia tra il 2015 e il 2019 rappresentano il 21% dei 1706 cronisti che hanno subito attacchi e violazioni a causa del loro lavoro in quello stesso periodo. La percentuale delle giornaliste minacciate è già al 24 per cento nei primi tre mesi del 2019: su un totale di 73 minacciati, 18 sono donne.
Questo il dato inedito che Ossigeno per l’Informazione ha presentato il 10 maggio 2019 al convegno “Molta mafia, poche notizie”, organizzato dalla stessa associazione in collaborazione con l’Ordine dei giornalisti del Lazio e con il patrocinio dell’Unesco. All’evento, che si è tenuto presso la sala della Regina della Camera dei Deputati, sono stati illustrati anche dati inediti, più dettagliati, sulle minacce alle donne che svolgono il mestiere di giornalista e che, per questo, si trovano ad essere doppiamente nel mirino: in quanto professioniste dell’informazione e anche in quanto donne.
L’elaborazione effettuata da Ossigeno, ha mostrato che il Lazio, in conformità al dato nazionale dei giornalisti minacciati, resta la Regione dove anche per le donne è più rischioso fare questo mestiere. Considerando come biennio di riferimento gli anni 2017-2018, le giornaliste che hanno subito minacce nel Lazio sono il 34%. E nei primi tre mesi del 2019, il dato si attesta al 46%. Nella classifica delle Regioni con il maggior numero di croniste minacciate, seguono la Puglia, la Calabria e la Campania, anche se nel 2019 quest’ultima cede il posto alla Sicilia.
Nello stesso biennio di riferimento, la tipologia di minaccia più utilizzata è l’avvertimento. Rappresentano invece l’11 % del totale le giornaliste che tra il 2017 e il 2018 hanno ricevuto intimidazioni online. Minacce di stupro, offese sessiste, epiteti volgari per definire il loro aspetto; ma anche insulti e accuse di poca professionalità e scarsa competenza. Sembra essere questa la nuova frontiera delle minacce nei confronti delle professioniste dell’informazione, le cui problematiche sono al centro dell’attenzione di tutti gli organismi internazionali che si occupano di libertà di stampa e di diritto dell’informazione.
Ai problemi di una professione in crisi, che ha perso diritti, tutele e forze economiche, si aggiungono per le giornaliste italiane i problemi che le donne vivono nella nostra società, ancora per certi versi misogina. La debolezza contrattuale e gli stereotipi culturali, non del tutto abbattuti, inducono le giornaliste ad autocensurarsi e a non denunciare le minacce o, addirittura, le molestie sul luogo di lavoro.
RDM
Elaborazione dei dati: Dariò Barà
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