Tutela legale per Cocchi querelato per inchiesta su amianto
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Il Gip deciderà a dicembre sull’archiviazione chiesta dal pm. Il cronista aveva denunciato la presenza di amianto nell’azienda municipale di trasporti di La Spezia
Il 14 dicembre 2018 il Gip di La Spezia deciderà se archiviare, come chiesto dal pubblico ministero, il procedimento per diffamazione a mezzo stampa a carico del giornalista freelance Gabriele Cocchi, difeso in giudizio dall’avvocato Andrea Di Pietro per conto dell’Ufficio di Assistenza Legale di Ossigeno e dall’avvocato Sergio Busoni.
Cocchi fu querelato l’11 ottobre 2016 da Renato Goretta, amministratore unico pro tempore dell’ATC (l’azienda municipalizzata dei trasporti della Spezia) per avere segnalato, in due articoli pubblicati sul quotidiano online Gazzettadellaspezia.itil 12 luglio e il 23 luglio 2016, l’atteggiamento punitivo dell’azienda contro i suoi dipendenti che denunciavano effetti patologici attribuibili all’esposizione all’amianto. All’epoca le analisi dell’Asl attestavano la presenza di amianto negli ambienti di lavoro, con documenti non resi noti dall’azienda.
Gli articoli contestati dall’ex amministratore di ATC erano rispettivamente intitolati: “Denuncia la presenza di amianto e le condizioni disastrose dei mezzi e viene punito dall’azienda. Ecco la storia di Luca Simoni, dipendente Atc” e “Atc: l’amianto c’è ma non si dice?”.
La presenza di amianto nell’ex sede dell’azienda era molto dibattuta a livello locale e ancora oggi non del tutto chiarita e proprio per quella vicenda l’Amministratore Delegato di ATC era indagato per il reato di lesioni colpose, in un procedimento che poi, il 21 dicembre 2016, cioè sei mesi dopo la pubblicazione degli articoli, fu archiviato.
Il cronista (in base a una documentazione medica in suo possesso) aveva scritto che ad alcuni dipendenti erano stati diagnosticati “Ispessimenti pleurici bilaterali compatibili con Asbestosi pleurica”, una malattia che colpisce chi viene a contatto con l’amianto.
Nel primo dei due articoli Cocchi intervistava Luca Simoni, autista di Atc e sindacalista Cobas, il quale nei mesi precedenti aveva rivolto dure accuse all’azienda, denunciando la presenza di amianto nella sede di lavoro e l’età avanzata del parco mezzi.
Il secondo articolo – con l’ausilio di alcuni documenti che lo stesso Simoni aveva consegnato al giornalista Cocchi – ricostruiva la vicenda cronologicamente, evidenziando alcuni comportamenti poco chiari dell’ATC. In particolare, il giornalista stigmatizzava le modalità con cui il Goretta aveva risposto alle domande del della Commissione Comunale, sulla presenza effettiva di amianto in azienda. Alle critiche Cocchi aggiungeva che, comunque, il suo giornale avrebbe ospitato volentieri una replica dell’azienda. Invece della replica arrivò la querela.
In una prima fase del procedimento, il Pubblico Ministero aveva emesso un avviso di conclusione delle indagini, atto che faceva presagire il rinvio a giudizio di Cocchi per diffamazione a mezzo stampa.
La difesa del giornalista ha opposto la tesi del legittimo esercizio del diritto di cronaca e di critica, ripercorrendo puntualmente e anche cronologicamente tutte le complesse fasi della vicenda. A questo punto, il PM ha chiesto l’archiviazione del procedimento affermando che “le espressioni utilizzate (dall’autore dell’articolo, ndr) rientrano nel diritto di critica e comunque non trascendono i limiti di una contestazione all’attività della persona offesa”. L’ex amministratore unico dell’ATC, a sua volta, si è opposto alla richiesta di archiviazione. Ora a decidere sarà il GIP nell’udienza del 14 dicembre 2018. RDM
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