9 giugno. Mennella (Ossigeno): vera vittima delle querele temerarie è pluralismo idee
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Chi paga il prezzo è il cittadino privato di un diritto. Il segretario dell’Osservatorio: sono anni che il ddl diffamazione è fermo in Senato
OSSIGENO 9 giugno 2022 – “La vera vittima delle querele temerarie è il pluralismo delle idee” e “chi paga il prezzo finale è il cittadino, privato del suo diritto di essere informato su un fatto di rilevanza pubblica”. Così il Segretario di Ossigeno per l’Informazione, Giuseppe Mennella, chiudendo il convegno “Guerra, pace, informazione – I rischi dei giornalisti. Il caso Ucraina” in corso a Roma presso la Casa del Jazz.
Nel suo intervento Mennella si sofferma “sull’abnorme ricorso alle querele temerarie”, una tra le principali forme “per attaccare il giornalista che fa il suo dovere nel rispetto delle norme deontologiche”. Si tratta di un “abuso ad un diritto esercitato troppo spesso per fermare la mano del cronista. Viviamo in un momento storico di debolezza della categoria, devastata dal precariato, dove la querela non costa nulla a chi la presenta ma costa caro a chi la subisce, se pensiamo che spesso oggi i giornalisti non sono coperti dalla clausola di manleva”
Tutto questo – sottolinea il Segretario di Ossigeno – accade nella paralisi del Parlamento che da cinque legislature finge di cambiare le cose. L’Italia è stata più volte condannata dalla Corte europea dei Diritti umani la quale, con le sue sentenze, chiede insistentemente di rispettare il principio di proporzionalità delle pene e delle sanzioni pecuniarie nel senso che devono essere proporzionate alla situazione economica dei giornalisti condannati per diffamazione. La situazione ha subìto un leggero miglioramento negli ultimi mesi grazie a una sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittima la pena prevista dall’articolo 13 della Legge sulla stampa in tema di diffamazione a mezzo stampa, ma “il ddl Diffamazione, che dovrebbe eliminare il carcere per i giornalisti, è ancora fermo in Senato”. Una misura che potrebbe rappresentare “una remora” alle cause contro i giornalisti è la riforma dell’articolo 96 del codice di procedura civile, prevedendo che chi intenta cause temerarie può essere condannato a pagare fino alla metà del risarcimento chiesto al giornalista. Anche questo disegno di legge, però, è bloccato in Senato.
DAR
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