8 marzo. Sempre più giornaliste minacciate: 105 nel 2021, il 27% del totale
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Chi sono, che cosa dicono le loro storie raccolte da Ossigeno che nel 2022 riserva più attenzione e assistenza alle intimidazioni che comprendono la discriminazione di genere
OSSIGENO 7 marzo 2022 – In Italia, fra i giornalisti, le donne sono molto spesso bersaglio di intimidazioni, minacce, ritorsione e frequentemente in questi attacchi c’è una componente sessista. Gli esempi sono tantissimi.
Vanessa Valvo è stata querelata per diffamazione a mezzo stampa per aver scritto sul giornale che una cooperativa che gestiva il verde pubblico aveva subito una perquisizione nell’ambito dell’inchiesta Mafia Capitale (leggi). Alessia Truzzolillo seguiva le udienze del maxiprocesso “Rinascita Scott” per il Corriere della Calabria e per l’Ansa, quando un carabiniere capo scorta, con modi bruschi, l’ha cacciata dall’aula perché scattavo foto, cosa che era consentita. (leggi). Giulia Gogiali stava effettuando riprese video per una diretta tv sulla pagina Facebook della testata Il Faro online quando è stata aggredita verbalmente; ha poi ricevuto le scuse (leggi). Nancy Porsia, insieme ad altri giornalisti, è stata intercettata per mesi dalla Procura di Trapani, senza essere indagata, durante le inchieste sul traffico dei migranti (leggi). Stefania De Cristofaro è stata assolta dall’accusa di diffamazione a mezzo stampa presentata da un avvocato che le aveva chiesto i danni per due articoli correttissimi ma da lui non graditi (leggi). Antononella Alba è stata aggredita mentre riprendeva con il suo smartphone una manifestazione contro il green pass (leggi).
Questi sono soltanto alcuni esempi tratti della storie raccontate da Ossigeno negli ultimi mesi. Storie di croniste aggredite, intimidite, querelate per diffamazione a mezzo stampa con lo scopo di metterle a tacere. Anche nel 2022 le operatrici dell’informazione continuano a essere bersagli frequenti.
I DATI – Le donne sono 105, il 27% dei 384 operatori dell’informazione colpiti da minacce e intimidazioni nel 2021 in Italia. L’Osservatorio non governativo Ossigeno per l’informazione pubblica questi dati, aggiornando quelli diffusi a dicembre 2021 (leggi), in occasione della Giornata internazionale della donna, per riflettere sugli abusi che subiscono le operatrici dell’informazione. Questa cifra annuale, 105, è la più alta registrata fino ad oggi dal 2006, anno in cui Ossigeno ha inaugurato il monitoraggio degli attacchi ai giornalisti. Curva crescente rispetto agli anni più recenti: nel 2021 le operatrici dell’informazione minacciate rappresentavano il 26%, nel 2020 il 26%, nel 2019 il 23%, nel 2018 il 21%.
MINACCE PIÙ FREQUENTI – Ossigeno ha potuto effettuare una verifica attenta e dettagliata di 33 casi di questi 105. Dall’analisi risulta che sono le querele cosiddette temerarie a colpire le donne che fanno informazione. Il ricorso all’abuso di denunce e azioni legali risulta, infatti, per il 2021 la tipologia di minaccia più frequente (pari al 55%): nel 2020 si era registrato un netto calo, pari al 6%, invece nel 2019 si attestava al 33%. Le aggressioni fisiche e verbali (pari al 18%) sono la seconda tipologia di minaccia più diffusa, ma sono diminuite rispetto all’anno precedente (nel 2021 erano il 26%, nel 2019 invece rappresentavano solo il 10%). Gli avvertimenti (insulti, minacce di morte, telefonate minatorie), che nel 2020 erano pari al 48% (nel 2019 il 45%), calano al 15%; l’ostacolato accesso all’informazione conta pochi casi e si attesta al 12%.
La regione in cui si registra il numero maggiore di operatrici dell’informazione minacciate è il Lazio (33%), in tendenza con il dato nazionale complessivo. Seguono con eguale incidenza Puglia, Sicilia e Lombardia (12%). Invece le regioni in cui si registra la più alta pressione intimidatoria (intesa come percentuale di minacciati sulla popolazione giornalistica locale) sono la Sicilia e la Calabria.
DISCRIMINAZIONI DI GENERE – Questi dati e le storie delle giornaliste ci dicono che è necessario riflettere sul fenomeno e di porre attenzione sulle eventuali discriminazioni di genere. I primi casi registrati nel 2022, in particolare quelli di Chiara Ciurlia che ha subito insulti sessisti online, e Greta Beccaglia molestata da un tifoso, in diretta televisiva fuori dallo stadio, danno evidenza di quanto possano essere correlati la discriminazione di genere e le minacce rivolte alle operatorici dell’informazione.
IL PROGETTO MAP – Nel 2022 Ossigeno dedica ancora più attenzione a questo aspetto del problema per rendere più ampiamente riconoscibile la violenza di genere relizzata con intimidazioni, minacce, linguaggio d’odio. A questo scopo l’Osservatorio svilupperà analisi approfondite della matrice delle minacce rivolte alle giornaliste e fornirà loro assistenza per superare le difficoltà che incontrano. I risutati saranno presentati e discussi alla prossima edizione del Forum delle Giornaliste del Mediterraneo, che collabora alla realizzazione di questi approfondimenti che sono fra gli obiettivi del progetto Ossigeno M.A.P. (Monitor Assist and Protect), realizzato in collaborazione con UNESCO, con il contributo del GMDF (Global Media Defense Fund), il fondo creato nell’ambito della campagna globale per la libertà dei media nel quadro del piano d’azione dell’ONU per la sicurezza dei giornalisti e la tematica dell’impunità. Il GMDF è stato sviluppato con l’obiettivo di facilitare la libertà dei media e migliorare l’accesso dei giornalisti ad una tutela legale specializzata e sensibile alla diversità di genere.
GPA
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