41 anni fa Pippo Fava fu ucciso a Catania. In mostra le sue caricature dei mafiosi
Denunciava le collusioni fra imprenditori, politici e Cosa Nostra. Su “Ossigeno-Cercavano la verità” la sua storia, testimonianze e disegni concessi dalla Fondazione Fava
OSSIGENO 4 gennaio 2025 – Avrebbe fatto ancora molte cose (giornali, libri, teatro, inchieste) il giornalista Pippo Fava se quarantuno anni fa, la sera del 5 gennaio 1984, non fosse stato ucciso a Catania, nei pressi del Teatro Stabile. Furono due sicari mafiosi a sparare alle spalle a questo cronista coraggioso, di 59 anni, che dal 1982 era il direttore del mensile “I Siciliani”, impegnato da anni a rivelare le collusioni che legavano imprenditori, politici e mafiosi a Catania, quando ancora tutti negavano apertamente che la mafia fosse presente sul territorio e facesse affari in stretto collegamento con Cosa Nostra di Palermo.
Quella sera era andato a riprendere dal Teatro Stabile la sua nipotina, Francesca Andreozzi, oggi presidente della Fondazione a lui dedicata, che per Ossigeno ha ripercorso il profilo del cronista che fu anche scrittore, drammaturgo e artista, un intellettuale a tutto tondo. Il ricordo è su Ossigeno-Cercavano la verità (www.giornalistiuccisi.it), il portale online dedicato ai trenta giornalisti uccisi da mafie, terrorismo e guerre, dove si possono leggere la sua storia, le tappe del lungo iter processuale per accertare le responsabilità della sua morte, testimonianze e approfondimenti.
I DISEGNI – In occasione di questo anniversario Ossigeno pubblica due tra le ventotto caricature dei tipi di mafiosi che Fava realizzò tra il 1975 e il 1983. Su gentile concessione della Fondazione Giuseppe Fava, nella pagina dedicata all’intellettuale su giornalistiuccisi.it da oggi sono disponibili i disegni del mafioso pagliaccio e dei mafiosi acrobati. I nomi sono quelli attribuiti dallo stesso scrittore, come si legge sulle tavole. All’indagine giornalistica e storica, Fava affiancò così nell’arte una ricerca di tipizzazione dei mafiosi con l’intento di smascherarli con l’ironia, come spiega a Ossigeno Francesca Andreozzi. Tra gli altri, ci sono anche l’apprendista mafioso, il mafioso in pensione rugoso con la sigaretta in bocca, il mafioso sul trono in giacca e cravatta. Tutti i disegni sono esposti al pubblico fino al 2 marzo nella città natale di Pippo Fava, a Palazzolo Acreide presso Spazio San Sebastiano, e fanno parte della mostra Storia delle mafie curata da Fabio Iadeluca della Pontificia Academia Mariana Internationalis (Pami). “L’iniziativa – racconta Francesca Andreozzi – rientra tra gli eventi che la Fondazione realizza nell’anno del centesimo anniversario dalla nascita di Giuseppe Fava, con l’intento di far conoscere la sua vasta produzione intellettuale”.
APPUNTAMENTI – A Catania sono previste una serie di iniziative nel giorno dell’anniversario, promosse dalla Fondazione Giuseppe Fava: alle ore 11, presso la Cattedrale, si terrà una messa in suffragio di tutte le vittime della mafia, alle ore 16 si snoderà da piazza Roma il tradizionale corteo silenzioso, alle ore 17,30 appuntamento alla lapide in via Giuseppe Fava, alle 18,30 presso il Piccolo Teatro della città (via Ciccaglione, 29) si terrà l’incontro moderato da Mario Barresi dal titolo “Il mestiere di scrivere. Com’è cambiato,come siamo cambiati” nel corso del quale interverranno i giornalisti Alessia Candito, Giorgio Mottola, Lorenzo Tondo. GPA
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