Memoria

Memoria. 12 anni fa a Gaza fu rapito e ucciso Vittorio Arrigoni

Cronista e attivista, da anni documentava la causa palestinese. ‘Restiamo umani’ era il suo motto. Sarà ricordato da Ossigeno a Roma il 3 maggio. La sua storia su www.giornalistiuccisi.it 

OSSIGENO 14 aprile 2023 – Rapito, legato, bendato e ucciso. È finita così il 15 aprile 2011, a Gaza, la giovane vita di Vittorio Arrigoni.

Vik, come lo chiamavano gli amici, aveva trentasei anni. Era un reporter, uno scrittore, un appassionato attivista e difensore dei diritti umani. Dal 2002 seguiva e raccontava da vicino la causa palestinese.

Fu rapito. Il giorno prima della sua uccisione i terroristi diffusero su YouTube un video drammatico, mostrandolo bendato e legato. Perché lo fecero? Ancora oggi non lo sappiamo, sebbene nel 2012 la Corte militare di Gaza abbia individuato quattro responsabili.

Ossigeno ricorda Vittorio Arrigoni sul sito “Cercavano la verità” www.giornalistiuccisi.it che ospita, insieme a documenti e testimonianze, le storie di trenta giornalisti italiani uccisi mentre svolgevano il loro lavoro (leggi).

Il prossimo 3 maggio, in occasione della Giornata mondiale per la libertà di stampa, Ossigeno li ricorderà tutti nell’ambito del convegno- seminario di formazione che si terrà a Roma, alla Casa del Jazz, dalle 10 alle 13 e si potrà seguire anche in diretta online.

Quest’anno è dedicata a Vittorio Arrigoni la rassegna di cortometraggi palestinesi finalisti selezionati dall’associazione Arte.Tre di Salerno per la manifestazione Med-limes “ai Confini del Mediterraneo”. Il 15 aprile, in particolare, nell’ambito della rassegna, sarà proiettato un estratto del documentario su questo cronista, curato da Giulia Rosco e Margherita Parascandolo con la partecipazione di Egidia Beretta, la madre di Vik; sarà presente una delegazione della comunità palestinese della Campania.

CHI ERA – Vittorio era nato a Besana (Monza e Brianza). Fin da quando aveva vent’anni si dedicò alla cooperazione umanitaria, andando prima nei Paesi dell’Est Europa, quindi in Perù e poi in Africa, infine trasferendosi nella Striscia di Gaza. Subì numerose minacce, carcere ed espulsioni a causa delle sue attività di denuncia delle drammatiche condizioni di vita dei palestinesi nei campi profughi.

I suoi reportage erano pubblicati su varie testate giornalistiche tra cui Il Manifesto, PeaceReporter, The Electronic Intifada, Radio Popolare, Caterpillar. Vik li concludeva sempre con il suo motto divenuto celebre: Restiamo umani. In Palestina, nel 2008, durante l’operazione denominata “Piombo fuso”, Vittorio era l’unico reporter italiano presente e attivo nella Striscia di Gaza.

«Soffriva, piangeva, lavorava in condizioni disperate, ma non rinunciava a documentare giorno per giorno ciò che accadeva», racconta sua madre, Egidia Beretta.

LA MEMORIA – In questi 12 anni a coltivare la memoria di questo giornalista e attivista è stata soprattutto lei, la signora Egidia Beretta, ex sindaca di Bulciago (Lecco). Si è impegnata con tutte le forze a tramandare la storia di suo figlio, raccontandola soprattutto ai più giovani. «Alle ragazze e ai ragazzi che incontro – dice a Ossigeno – auguro che Vittorio entri nei loro cuori e non li lasci più».

Nonostante il dolore per la grande perdita del figlio continui ad accompagnarla, Egidia va avanti, spinta dagli stessi valori di giustizia e umanità in cui credeva Vik, racconta chi era Vittorio e in che idea di società credeva: restare umani non era solo la firma di ogni suo articolo, esprimeva la speranza in un futuro di pace e uguaglianza, lo spirito di accoglienza, l’empatia per ogni persona diversa da noi, per chi affronta il mare a rischio di morire, per chi scappa dalle guerre, per i più deboli e disagiati.

Leggi, l’intervista rilasciata a Ossigeno-Cercavano la verità  “La mamma di Vittorio Arrigoni: tremavo per quel che faceva ma sono fiera di lui”.

GPA

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