Da 10 anni Ossigeno esplora il “Continente Inesplorato” dove vivono i giornalisti minacciati
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L’Osservatorio è tornato a Palermo dove mosse i primi passi. Il percorso e i compagni di strada della prima spedizione nel mondo delle minacce ai giornali e ai giornalisti
OSSIGENO 15 dicembre 2018 – Ossigeno per l’Informazione ha festeggiato, giovedì 13 dicembre 2018, a Palermo i suoi primi dieci anni di attività. Lo ha fatto nel modo più semplice e emblematico: tornando, insieme agli stessi partner, nello stessa sala in cui dieci anni prima mosse i primi passi in pubblico.
Stavolta nella grande sala di Villa Zito, messa a disposizione dalla Fondazione Sicilia, si è svolto un corso di aggiornamento professionale su “Rettifiche e diffamazione” (la 57ma replica in quattro anni) al quale hanno partecipato un centinaio di giornalisti, la metà dei quali in video conferenza da Catania e Trapani, e tre classi liceali. C’erano con noi, il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Sicilia, Giulio Francese, e il Presidente del Centro Pio La Torre, Vito Lo Monaco.
Due presenze confortanti, perché l’Ordine dei Giornalisti della Sicilia e il Centro Pio La Torre c’erano anche l’11 luglio 2008, dieci anni fa, quando Ossigeno organizzò nella stessa sala il suo primo convegno pubblico, la conferenza sul tema “Mafia, intercettazioni, cronisti sotto scorta. Per un’antimafia dell’informazione, a sostegno del difficile mestiere di cercare e pubblicare notizie sulla mafia e i suoi rapporti con la società, l’economia e la politica”.
La felice circostanza ci ha dato l’occasione per presentare i dati inediti sulle condanne per diffamazione a mezzo stampa in Sicilia, per fare una ricognizione del lungo cammino percorso dall’Osservatorio, per rallegrarci del lavoro fatto e dei risultati ottenuti, per ringraziare tutti coloro che in questi anni hanno aiutato Ossigeno a crescere, a conquistare visibilità e credibilità, a fare conoscere aspetti inediti delle difficoltà dei cronisti impegnati a pubblicare notizie e opinioni scomode per il potere. Diciamo ancora grazie a tutti loro, per la collaborazione, per il sostegno morale e materiale, per i suggerimenti e le critiche che ci hanno spinto a fare sempre meglio.
La ricorrenza ci ha fatto ricordare i tanti generosi collaboratori che ci hanno aiutato in questa lunga impresa. Abbiamo avuto accanto persone di grandissimo valore. Alcuni di loro ci hanno lasciato prematuramente: il professor Angelo Agostini, i giornalisti Paolo Castelli e Roberto Morrione, l’avvocato Oreste Flamminii Minuto. Ci mancano molto e ci piace ricordare i loro nomi.
In questi dieci anni, con il loro fondamentale apporto, con il generoso sostegno dei numerosi volontari, con il lavoro dei collaboratori, siamo riusciti a conoscere e a inquadrare meglio il fenomeno delle minacce ai giornalisti italiani, il problema più drammatico che attanaglia il mondo del giornalismo italiano. Abbiamo diffuso le nostre conoscenze. Abbiamo rotto il muro del silenzio e ormai molti parlano di questo problema. Dieci anni fa ciò non accadeva.
Questo cambiamento è la più grande ricompensa per questi dieci anni di impegno. Il nostro primo obiettivo era proprio questo.
Siamo veramente lieti di avere raggiunto questa prima tappa del nostro avventuroso viaggio alla scoperta di quello che allora indicammo come il grande “Continente Inesplorato”.
Sia pure faticosamente, abbiamo concluso la fase più pericolosa della nostra navigazione. Abbiamo toccato terra come avevamo previsto, dove molti predicevamo che non avremmo trovato alcuna costa.
Ci aspetta ancora un lungo cammino. Ci attende un’esplorazione altrettanto lunga e rischiosa. E ancora dobbiamo trovare i mezzi necessari per affrontare quest’altra parte del viaggio, per coronare la nostra impresa con l’introduzione dei rimedi più validi ed efficaci.
Ammetto che oggi tutto ciò appare difficile. Ma, a conti fatti, non più difficile di quanto sembrava, dieci anni fa, trovare il modo di avviare il viaggio che ci ha portato fin qui. Dunque ci proveremo. Ci avvieremo comunque. Chi vuole, chi ama il piacere della scoperta, si unisca a noi. Agli altri diamo appuntamento di nuovo a Palermo, fra dieci anni.
Noi ci saremo e diremo com’è andata.
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