Editoriale

Le violazioni della libertà di stampa in Italia e l’angolo cieco per chi ne parla

Perché l’argomento ha più spazio su giornali e tv – Com’è cambiata la “malattia” che continua a estendersi senza essere curata

OSSIGENO 31 maggio 2024 – Da qualche mese giornali, telegiornali e talk show parlano di più e più spesso delle intimidazioni e delle minacce ai giornalisti e delle altre violazioni della libertà di stampa e di espressione che avvengono in Italia. Ultimamente hanno drizzato le orecchie anche quelle istituzioni europee finora ignare di questa antica piaga italiana. Come si spiega questa maggior attenzione al problema? Che cos’è successo? E’ solo diventato di moda parlarne? O le minacce alla nostra libertà di stampa e di espressione si sono drammaticamente moltiplicate e aggravate?

Niente di tutto questo. Ma è giusto chiederselo e a Ossigeno tocca dire qualcosa, poiché alcuni glielo chiedono proprio confidando nella vasta esperienza che questo osservatorio ha accumulato in quasi vent’anni di monitoraggio e di attento studio del fenomeno, di documentazione di oltre settemila limitazioni della libertà di stampa e di espressione attuate con intimidazioni, minacce e azioni legali pretestuose.

Questa esperienza ci fa dire che la “malattia” italiana che Ossigeno ha descritto e documentato rimane tuttora endemica. Rimane una malattia non curata che ogni anno produce migliaia di infezioni. Una malattia che si sta estendendo, contagiando settori finora immuni (o quasi), coinvolgendo persone e istituzioni alle quali il mondo dell’informazione ha sempre prestato la massima attenzione:

  • dalla parte delle vittime, personaggi popolari e famosi come gli scrittori Roberto Saviano e Antonio Scurati e giornalisti onnipresenti in tv,
  • dalla parte degli “aggressori”, personaggi di primo piano del governo (a cominciare dalla presidente del Consiglio), della maggioranza, delle più alte istituzioni della repubblica.

Certamente questa evoluzione del fenomeno merita la massima attenzione perché quando le violazioni della libertà di espressione diventano episodi di lotta politica l’allarme è massimo. Ma è miope guardare il contagio del mondo politico e dell’Olimpo degli scrittori e continuando a ignorare la strage dei giornalisti e opinionisti poco noti che si compie ogni giorno, che rende esangue la discussione pubblica e i notiziari giornalistici, notiziari costretti a mostrare la realtà con un angolo cieco sempre più ampio.

Parlare solo dei problemi dei VIP  fa crescere gli ascolti. Ma non fa capire qual è il problema, in cosa consiste, perché bisognerebbe cambiare qualcosa di sostanziale nelle nostre leggi e procedure. Che cosa fare, lo sanno bene gli esperti, lo sa bene anche il parlamento, che però da oltre vent’anni fa solo finta di voler fare ciò che sarebbe necessario.

L’inerzia del parlamento è evidente. Ma non è un buon alibi per quanti agendo potrebbero smuovere i decisori politici, facendo l’interesse di tutti noi cittadini interessati a vedere in tv, ad ascoltare alla radio, a leggere sui giornali tutte le opinioni e tutte le notizie. Tutte, non soltanto quelle gradite ai potenti della politica e dell’economia e ai criminali abituati ad andare per le spicce e a restare impuniti.

ASP

 

 

 

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