Editoriale

Le minacce ai giornalisti potrebbero far perdere finanziamenti europei all’Italia

I molti episodi di intimidazione e censura hanno poco spazio sui giornali italiani ma quelli con matrice politica hanno svegliato l’attenzione dell’UE

OSSIGENO 14 giugno 2024 – Non vedevamo da molto tempo, in Italia, una mobilitazione in difesa della libertà di espressione ampia come quella che si è avuta, intorno al 25 aprile 2024, dopo la censura della tv pubblica allo scrittore Antonio Scurati. Questa mobilitazione ricorda il clima che si era creato nel 2010 quando Silvio Berlusconi e il suo governo infiammarono gli animi con le norme bavaglio sulle intercettazioni suscitando un movimento di protesta, che il 3 ottobre di quell’anno culminò nella storica manifestazione di Piazza del Popolo indetta da FNSI e CGIL con la partecipazione di oltre centomila persone e contribuì molto a far cadere quei progetti.

Ma erano altri tempi. Allora le preoccupazioni dei giornalisti e dei magistrati furono condivise da molte altre categorie che compresero quale pesante ombra la censura può proiettare sulla vita sociale ed economica e sulla libertà di ognuno.

Stavolta l’antifascismo, la ricorrenza del 25 Aprile e l’anniversario del delitto Matteotti hanno fatto diventare il caso Scurati l’occasione per esprimere collettivamente un sentimento che accomunava già molti cittadini di fronte all’uso sempre più propagandistico della televisione pubblica. E anche l’avversione la grande disinvoltura con la quale esponenti di governo brandiscono le querele per diffamazione per impedire le inchieste e per mettere a tacere opinionisti e giornali che diffondono notizie sgradite.

La fiammata di quei giorni non ha avuto seguito, ma i motivi di quella protesta non sono venuti meno.  Un nuovo stimolo potrebbe venire proprio dall’Europa. Rispettare la libertà di espressione è uno degli obblighi che l’Italia ha assunto aderendo all’Unione Europea.

Da qualche mese gli organismi dell’UE stanno monitorando più attentamente il rispetto degli obblighi dello Stato di diritto da parte dell’Italia, per darne conto nei loro rapporti annuali. Questi rapporti hanno già rappresentato le gravi violazioni della Polonia e dell’Ungheria facendo scattare le procedure di infrazione per le quali l’UE sta frenando l’erogazione dei contributi a loro spettanti. Desta serie preoccupazioni vedere esponenti di primo piano del governo dietro evidenti violazioni del pluralismo dell’informazione e del diritto di cercare, raccogliere diffondere e ricevere idee, opinioni e informazioni di interesse pubblico Desta serie preoccupazioni, specialmente in un paese in cui le intimidazioni e le minacce ai giornalisti sono all’ordine del giorno e sono poco contrastate. In un paese cui, grazie a leggi punitive che da 25 anni si finge di voler correggere, vengono presentate ogni anno circa diecimila querele e cause per diffamazione tanto infondate e pretestuose al punto che oltre il 90 per cento dei relativi processi si conclude con il proscioglimento, ma anche con un danno economico innegabile per gli accusati.

ASP

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.